giovedì 18 ottobre 2007

Il tallone di Ron


Altro non trattasi che della sindrome che ha impedito alla mia carriera Nba di esplodere secondo le attese dei principali osservatori.
Ebbene si, in pochi lo sanno ma tra gli italiani che avrebbero potuto (Meneghin, Binelli, Morandotti) o hanno avuto una carriera nella Lega per eccellenza (Rusconi, Esposito, il Mago e Beli) c'è anche il sottoscritto ed è una storia che vale la pena di raccontare.

Anno di grazia 1987, settimo giro del draft. E si, soltanto due anni più tardi la Nba restringerà le selezioni dei migliori prospetti a due giri, o rounds come si dice da quelle parti. Gli amati L.A. Lakers devono spendere l'ultimissima chiamata di quella edizione delle scelte. Siamo al pick n.161. I lacustri, reduci dal trionfale successo finale a danno degli arcirivali Celtici (4-2 con il sesto sigillo a domicilio irlandese), hanno già puntato le loro fiches su Willie Glass, Ralph Tally, Kenny Travis e Frank Ford (ma uno di questi ha mai giocato nella Nba?) ma hanno ancora un ultimo tentativo da spendere per pescare il jolly destinato a prolungare la loro dinastia. I saloni che hanno ospitato l'annuale evento sono ormai vuoti. Sulla tolda di comando i dirigenti gialloviola hanno preparato l'ultimo colpo in canna: il sottoscritto, che ha già messo a ferro e fuoco il campionato pulcini del Camerun e stravinto i tornei rionali al complesso Domenico Fontana.

Giovane prospetto di 14 anni che per amore dell'amata franchigia californiana ha inviato la lettera di intenti non con il nome e cognome di battesimo, bensì con un nome falso, usato per la registrazione in una bettola ai margini di Beverly Hills, all'ovvio scopo di depistare le altre squadre e permettere a Magic e compagni di averlo a disposizione al momento giusto (il pick 161 per l'appunto): Ron Vanderschaaf.
172 cm. di velocità e precisione, un tiro che fa impallidire Bird, uno stile dal basso che fa di Rick Barry un povero dilettante. Con un solo neo: il tallone. Si, quel maledetto tallone sinistro infiammato h24 che impedirà al nostro, dopo una trionfale apparizione al camp estivo di Magic (ehi ragazzo, tu si che sai come si passa la palla mi disse Earvin durante una partitella...), di scendere in campo da professionista e lo costringerà ad un prematuro ritiro....

Il tallone di Ron.
Vita vissuta gente, mica storielle da bar....

NB: Per la cronaca Ron Vanderschaaf è stato effettivamente scelto in quell'edizione del draft con il pick n.161 dai Lakers. Centro di 6-8 (202 cm.), reduce da quattro brillanti stagioni a Central Washington, l'ultima a 17.4ppg+8.4rpg. Secondo la Total Basketball Encyclopedia non ha disputato una singola partita da professionista. Nessuno degli altri giocatori scelti dai Lakers quell'anno (li ho citati in precedenza) ha mai disputato una singola partita nella Nba...

1 commento:

Lucariè ha detto...

Grande Andy !!!!