venerdì 21 marzo 2008

Napoli, corsi, ricorsi ed affanni

Articolo pubblicato da Superbasket di questa settimana e realizzato da Mario Canfora.

S
iamo alle solite. Stavolta però l'attenzione va mantenuta alta. Perché, ed è la storia che lo insegna, l'andazzo potrebbe avere un finale infausto. Napoli è in difficoltà economiche, gli scioperi dei giocatori della settimana scorsa sono l'ennesimo segnale di una situazione che in giro era conosciuta da un bel po'. Proprio gli scioperi, negli ultimi 15 anni, hanno fatto aprire gli occhi su temi che la società, ovviamente, ha tutto l'interesse a tenere ben nascosti. Ricordiamo un giovane Morena che lesse un comunicato davanti ai giornalisti, o di Radulovic e Milicevic che vennero con le racchette di tennis al Palargento. Aspettavano il pagamento degli stipendi da parte dell'allora g.m. Enzo Caserta che, purtroppo, arrivò con la sua inseparabile valigetta vuota. Era l'epoca di De Piano. Alla fine, dopo mesi e mesi difficili la storia si chiuse con la cessione del titolo a Battipaglia. Dopo qualche anno, il basket rinacque grazie all'ex arbitro internazionale Gianni Montella. Partì dal basso, ma appena arrivato nell'allora A2, il giocattolo si ruppe. Già nell'estate, Dave Johnson e Sanders incrociarono le braccia perché i primi soldi non arrivavano mai. Anche qui, finale tristissimo, con la società che al termine della stagione, dopo essersi salvata, non riuscì ad iscriversi al campionato entro i termini regolamentari.

La terza volta, nel 2001, Napoli perse la squadra solo perché Biagio Lubrano (che trasferì la squadra dalla sua Pozzuoli al Palargine di Ponticelli con la "benedizione" del Comune di Napoli), dopo due clamorose promozioni fallite (era l'epoca delle tre promozioni in A con campionati a undici e dieci squadre) decise di mollare col basket. Al suo posto arrivo Mario Maione, imprenditore dalle idee c hiare e dal carisma giusto per sfondare. "Tre anni e vi faccio sedere al tavolo delle grandi", il suo cavallo di battaglia. Tutto vero, così come verissima è stata la conquista della Coppa Italia nel 2006, un vero e proprio evento, dopo quasi 40 anni di digiuno. Nelle ultime due stagioni, però, c'è stato qualche problema di troppo, leggi ritardi nei pagamenti degli stipendi. Che hanno urtato e portato la squadra allo sciopero. Quello più clamoroso è stato nel gennaio 2007, alla vigilia della gara di Eurolega contro il Barcellona. Mai, però, l'astensione s'era protratta oltre il canonico giorno di "avvertimento".

Gli ultimi eventi vengono tradotti in una settimana di passione. Sabato 8, i ragazzi allenati da Piero Bucchi hanno giocato (e perso) a Pesaro. Sarebbero dovuti tornare in palestra, al Palabarbuto, il lunedì successivo. Ma, fiutando problemi, alla fine lo staff tecnico ha concesso un giorno di riposo supplementare, nella speranza che la società riuscisse ad accontentare Rocca e compagni. Martedì, il programma prevedeva una doppia seduta. Andata deserta, nessuno si è voluto allenare. "No money, no work", "Niente soldi, niente lavoro", il ritornello comune. Mercoledì, l'appuntamento era alle ore 14.30, per abituare la squadra a prendere nuovamente confidenza per la seconda gara di fila (stavolta a Cantù) a tale orario. Giovedì, solita storia. Così Jones e compagni per il terzo giorno di fila non si sono voluti allenare agli ordini di Bucchi. Un po' di pesi, un po' di cinque contro cinquem giusto per non restare fermi. Autogestione, insomma, e via così. Dal club, solo la richiesta di pazientare qualche giorno. "Verrete pagati la prossima settimana", le parole dell'amministratore delegato Forenza davanti all'intero staff napoletano. In tutto questo, il g.m. Costa si è trovato praticamente da solo a cercare di tamponare i problemi davanti alla stampa, costretto a difendere l'indifendibile (come sul fatto degli allenamenti, autogestiti e non agli ordini del tecnico) e attaccando anche la categoria dei giornalisti con tesi che fanno solo sorridere.

"Certe notizie ci colgono di sorpresa. Non so come siano uscite fuori, leggo anche io i giornali ed apprendo che la Eldo non pagherebbe gli stipendi e che i giocatori sono in sciopero disertando gli allenamenti. Vorrei tranquillizzare i tifosi: la situazione è sotto controllo; non so spiegarmi come queste fughe di notizie siano venute fuori. Il Basket Napoli ha dei problemi, ma come ne hanno tanti altri club. Al Nord, ad esempio, ci sono situazioni peggiori ma le cose lì si sanno ma non si dicono. Certo chi ha ricevuto la notizia ha fatto bene a pubblicarla, però devo anche dire che i giocatori si sono sempre allenati, insomma non hanno scioperato. Però non voglio neanche nascondere i problemi che ha la società, ci sono delle difficoltà che stiamo affrontando e che supereremo presto. Ora affronteremo Cantù, una squadra in forma, che sta bene e insegue come noi i play off, e faremo di tutto per vincere, ma in caso di disfatta non vorrei si alzassero inutili polveroni e si dicesse ke l'eventuale sconfitta sia stata una forma di protesta dei giocatori nei confronti della società. Dovremmo solo prendere atto della sconfitta e basta".

Sarà stato sicuramente così, resta il fatto che al Pianella la Eldo ha dato vita a una prestazione pessima. Con un Bucchi che, nel dopo gara, si è limitato a parole inequivocabili. "Ventiquattro ore sono poche per ritrovare la concetrazione".

Il problema stipendi è venuto fuori in un momento sportivo molto positivo con (prima della gara di Cantù) 8 vittorie nelle ultime 12 uscite. Fatto sta che ora si deve guardare al futuro. Gli obiettivi dichiarati di questa stagione, Final Four di Coppa Italia e playoff, sono stati disattesi, anche se per i playoff c'è una flebile speranzella. Non è questione di obiettivi centrati o meno, comunque. Bisognerà capire se il presidente-proprietario Maione (al quale, lo ricorderemo all'infinito, va dato il merito di aver portato la società, in pochi anni, dalle sfide della Legadue a un passo dalla qualificazione alla Top 16 di Eurolega) è ancora in grado di mantenere il passo. Continuare così non ha senso, occorrerebbe essere chiari una volta e per tutte. Soprattutto con la gente. Campionato di sofferenza, squadra debole? Benissimo, basta che si sappia e si eviti di nascondere la realtà. Occorre chiarezza, ora. Tra i tifosi, intanto, c'è malcontento. Tanti auspicano un cambio della proprietà. Operazione non facile. Perché trovare nuovi investitori a Napoli (in grado, tra l'altro, di accollarsi le perdite del club) è abbastanza complicato. Si sta cercando, tra gli attuali partner della società, di convincere qualcuno a rilevare le quote di Maione. Si parla di Harmont & Blaine, di Carpisa, di Msc Crociere, di un importante istituto di credito. Di sicuro, meglio che i problemi siano venuti fuori ora, a marzo. Perché c'è tempo per salvare Napoli ad uscire dal tunnel della crisi.

martedì 11 marzo 2008

ancora in tv,e alle 14,30 sabato

Cosa ne pensate?

Da un lato è buono,ma l'orario.....